Papa Francesco un grande fan di Maradona:” In campo è stato un poeta”

Papa Francesco ha confessato di essere stato un grande fan di Maradona, venuto a mancare solo poco tempo fa a causa di un malessere fatale. Oltre a dimostrarsi anche una volta un animo genuino e aperto ha voluto condividere con tutti il suo passato circondato da un forte amore verso lo sport. Insomma, il Santo Padre è un uomo con mille risorse, ed ha avuto piacere nel rendere partecipi le persone in merito ad uno dei campi di cui noi italiani andiamo più fieri.

Soprattutto il calcio, il tifo per una squadra grande tradizione che noi tutti portiamo nel cuore. Lo stringersi in una bandiera e festeggiare assieme, lo sport, quello vero, unisce le persone e lo stesso è stato anche per lui. Si ricorda con molta commozione quando vi fu il Campionato del Mondo, in cui Maradona fece la differenza portando a casa la vittoria. Fino a parlare del doping, una denuncia verso chi ne fa uso, cercando di far capire quanto in realtà sia sbagliato.

Papa Francesco un grande fan di Maradona

Vi riportiamo le sue dichiarazioni riportate da La Gazzetta dello Sport, in merito a Diego:” Maradona in campo è stato un poeta. Un grande campione che ha regalato gioia a milioni di persone, in Argentina come a Napoli. Era anche un uomo molto fragile“. Il mondiale del 1986:” Ho un ricordo personale legato al Campionato del Mondo del 1986, quello che l’Argentina vinse proprio grazie a Maradona. Mi trovavo a Francoforte, era un momento di difficoltà per me, stavo studiando la lingua e raccogliendo materiale per la mia tesi. Non avevo potuto vedere la finale del Mondiale e seppi soltanto il giorno dopo del successo dell’Argentina sulla Germania, quando una ragazza giapponese scrisse sulla lavagna ‘Viva l’Argentina‘ durante una lezione di tedesco. La ricordo, personalmente, come la vittoria della solitudine perché non avevo nessuno con il quale condividere la gioia di quella vittoria sportiva”.

Papa Francesco un grande fan di Maradona

Scopriamo che nella sua vita ha praticato il ruolo di portiere in una squadra di calcio:” Fare il portiere è stato per me una grande scuola di vita. Il portiere deve essere pronto a rispondere a pericoli che possono arrivare da ogni parte. Io ho giocato anche a basket e mi sta molto simpatico, ad esempio, il rugby: pure essendo uno sport da duri, non è mai violento. La lealtà e il rispetto che ci sono in questo sport spesso vengono presi come modello di comportamento. Penso al ‘terzo tempo’ dopo la partita”. In conclusione, la sua riguardo l’uso del doping:” Il doping nello sport non è soltanto un imbroglio, è una scorciatoia che annulla la dignità. Il talento è un dono ricevuto ma questo non basta, tu ci devi lavorare sopra. […] Il mio augurio è molto semplice, lo dico con le parole che hanno scritto su una maglietta che mi è stata regalata: ‘Meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca‘. [..] Pregate per me”.