L’ipomania:tutto appare possibile e fattibile!

  1. L’ipomania è caratterizzata da eccitamento, diminuito bisogno di sonno, sensazione di avere maggiore energia fisica e psichica, maggiore efficienza mentale, maggiore loquacità. Ci si sente particolarmente euforici, ma anche irritabili, con la sensazione di avere maggiori potenzialità personali, con un’improvvisa cresciuta autostima: tutto appare possibile e fattibile, senza conseguenze, tanto che spesso si mettono in atto azioni impulsive, talvolta avventate, anche pericolose per sè o per gli altri. La persona ipomaniacale può presentare maggiore sicurezza relazionale rispetto al recente passato, fino alla disinibizione eccessiva, anche con comportamenti socialmente inappropriati.

Aumentando l’eccitamento fino alla mania si arriva a non riuscire più a portare a termine progetti, il comportamento tende ad essere disorganizzato, caotico, inconcludente. L’umore è irritabile, disforico, comunque molto labile, per cui si può passare dal riso alla rabbia molto rapidamente. I pensieri vanno così veloci che è difficile star loro dietro, così come le parole. I discorsi diventano sconclusionati, l’attenzione salta da una cosa all’altra, c’è grande distraibilità. I maggiori livelli di energia portano a non sentire il bisogno di dormire o di mangiare. Spesso i sensi sembrano affinarsi e la percezione diventa più vivida. La sensazione di avere enormi potenzialità personali può aggravarsi fino a divenire delirio di onnipotenza, di grandezza. In una percentuale non trascurabile di casi si arriva ad avere allucinazioni uditive, meno frequentemente visive o olfattive. Anche il desiderio sessuale può aumentare, diventando quasi impellente, con comportamenti impulsivi. Le persone vicine a chi soffre di mania stentano a riconoscerlo: prima timido e riservato, ora non smette un attimo di parlare ed è sorprendentemente disinibito. In questa fase possono comparire convinzioni di grandezza, ma anche convinzioni di essere perseguitati e/o controllati. C’è scarsa capacità di valutare le conseguenze delle proprie azioni, e nessuna consapevolezza di stare male e che questa è una fase della malattia, per cui non sono i pazienti a chiedere un intervento, che, infatti, rifiutano solitamente le cure.