Protesi anca mini invasiva: la nuova Unità dell’Humanitas Castelli

Nasce la nuova Unità Funzionale di Chirurgia Protesica mini invasiva all’Humanitas Castelli di Bergamo. Il nuovo responsabile dell’Unità, a partire dal primo gennaio, sarà il dott. Michele Massaro, specialista in Ortopedia e Traumatologia del Gruppo Humanitas di Milano e Bergamo, esperto in chirurgia mini invasiva protesi anca e ginocchio. L’Unità Funzionale si occuperà del trattamento della coxartrosi e della gonartrosi, patologie degenerative e post-traumatiche che necessitano di un approccio chirurgico (protesi anca mini invasiva, protesi ginocchio mini invasiva) o di tipo medico-riabilitativo.

L’attività comprende la diagnosi e la cura di patologie degenerative e post-traumatiche.

Humanitas è un punto di riferimento nazionale per la chirurgia protesica mini invasiva.

Approfittando di questa novità, abbiamo contattato telefonicamente il nuovo responsabile dell’Unità Funzionale di Bergamo per chiarire alcuni punti sulla protesi anca mini invasiva.

Perché la chirurgia protesica di ricostruzione articolare dell’anca (come pure del ginocchio) sta avendo tanto successo, negli ultimi anni?

Parlando con un esperto in materia, abbiamo appreso molto. Abbastanza da poter pubblicare un articolo esauriente.

Salvare il salvabile con la protesi anca mini invasiva

I traguardi raggiunti dalla chirurgia protesica mini invasiva in Italia e la nascita di nuove importanti strutture come l’Unità Funzionale all’Humanitas Castelli di Bergamo rappresentano il frutto di tanto lavoro. Dimostrano fino a che punto la tecnica mini invasiva e il protocollo Fast Track hanno rivoluzionato l’idea stessa di approccio chirurgico.

Del protocollo Fast Track parleremo più avanti. Ora ci preme spiegare quali sono i vantaggi della tecnica chirurgica che permette l’impianto di una protesi anca mini invasiva.

Il chirurgo valuta la possibilità e la necessità di innestarla quando l’artrosi all’anca è invalidante, non risponde più alla terapia conservativa.

Con questo intervento, più rapido e sicuro di quello tradizionale, viene impiantata una protesi di ultima generazione (più piccola e resistente di quella tradizionale, realizzata con materiali evoluti e biocompatibili come titanio, ceramica, polietilene) che sostituirà cartilagine ed osso compromessi dalla coxartrosi.

La protesi più piccola ad ancoraggio biologico consente di ridurre tutto: incisione (margine di 8 cm), perdita ematica, trauma, tempi di intervento e di recupero (dimezzati), rischio di complicazioni post-operatorie (infezioni, lussazioni), attrito tra acetabolo e testa femorale.

Ciò che, invece, aumenta è la durata media della protesi (20-25 anni) se ci si affida ad uno specialista in questa tecnica chirurgica, alla sua esperienza, precisione, preparazione ed abilità manuale.

L’enorme vantaggio della tecnica mini invasiva è la possibilità di risparmiare le parti sane durante l’operazione. Si salva il salvabile: muscoli, porzioni ossee, cartilagine che non vengono sezionati ma semplicemente divaricati per ridurre al minimo il rischio di lussazione e velocizzare i tempi di guarigione.

Parlando di protesi anca mini invasiva, ciò che si salva è una buona parte del collo femorale. Strutture periarticolari, nervi e vari vengono preservati. Tanto che il paziente avvertirà la protesi come un elemento più naturale, fedele alla biomeccanica del corpo.

Il protocollo Fast Track

Ecco perché è stato possibile sviluppare il protocollo ospedaliero Fast Track (ndr: percorso rapido) che prevede, oltretutto, una ridotta somministrazione di oppiacei.

Questo percorso rapido dimezza i tempi di degenza in ospedale (3-5 giorni), di riabilitazione (7-10 giorni) e di recupero (2-4 settimane) rispetto all’intervento chirurgico tradizionale.

Prevede una ripresa funzionale precoce: il paziente viene fatto alzare il giorno stesso dell’intervento (entro 6 ore) o il giorno seguente per riattivare subito la muscolatura, ridurre il dolore, prevenire complicazioni respiratorie e cardiocircolatorie.

Con questo protocollo è stata abbandonata la pratica del digiuno pre-operatorio per favorire uno stato metabolico/nutrizionale ottimale.

Per risultare efficace, le procedure del Fast Track devono essere seguite da tutti: pazienti e operatori sanitari. La guarigione completa avverrà nell’arco di 3-6 mesi.

Protesi anca mini invasiva: qualche informazione in più

Vogliamo evidenziare altri dettagli che rendono la protesi anca mini invasiva l’unica soluzione alla coxartrosi invalidante. Risolve l’artrosi all’anca con successo e a lungo termine nel 90-95% dei casi e i casi sono migliaia: si stima che, nel nostro Paese, vengano impiantate 75 mila protesi d’anca ogni anno.

Quali sono gli altri dettagli da evidenziare?

Per esempio, non si corre il rischio di rigetto in quanto i materiali utilizzati sono inerti.

E’ necessario impiantare la protesi anca non solo in caso di coxartrosi invalidante ma anche per intervenire su altre patologie: fratture del collo del femore, osteoporosi, conflitto femoro-acetabolare, artrite reumatoide, necrosi avascolare.

Se la coxartrosi è bilaterale, ovvero coinvolge entrambe le anche, la chirurgia mini invasiva permette di impiantare una protesi anca bilaterale simultanea, con un solo intervento. I vantaggi della bilaterale sono un’ulteriore riduzione dei tempi di intervento e recupero, di complicanze e stress e la possibilità di pianificare la lunghezza dei due arti con maggiore precisione evitando al paziente eventuali scompensi posturali.

Grazie alla tecnica di navigazione Femur First il chirurgo altamente specializzato in mini invasiva (come il dott. Massaro) può progettare una protesi anca su misura lavorando con la massima accuratezza e precisione prima sul femore, poi sull’acetabolo. Tutto questo per ridurre ulteriormente il rischio di usura e lussazione, per rendere la protesi più anatomica ed ottenere una lunghezza identica delle gambe.

Revisione della protesi anca mini invasiva

Secondo un recente studio condotto da ricercatori dell’Università di Bristol, il 60% delle protesi anca mini invasive durano effettivamente fino a 25 anni. Ora c’è da fare i conti con gli interventi di riprotesizzazione, ovvero di revisione della protesi.

C’è da dire che la sua durata non dipende soltanto dai materiali utilizzati ma anche dalla precisione con cui viene disegnata e personalizzata, dall’abilità con cui viene posizionata durante l’intervento.

Dipende anche da altri fattori come una buona densità dell’osso del paziente o la pratica di attività fisiche a basso impatto (passeggiata, nuoto, ecc.) evitando quelle ad alto impatto.

Il sovrappeso ed un’eccessiva attività fisica possono velocizzare il processo di usura della protesi.

Di regola, se l’impianto protesico è ben eseguito, non sarà più da sostituire. In certi casi, con le dovute accortezze del paziente, può durare anche 30 anni.

Col passare degli anni, possono consumarsi alcune componenti della protesi (testina del femore, inserto del cotile in polietilene): queste andranno sostituite.

La revisione può risultare necessaria non soltanto in riferimento alla lunga durata della protesi mini invasiva ma anche a causa di eventuali complicazioni comuni a tutti gli interventi: mobilizzazione della protesi, lussazione, infezioni, lunghezza differente delle gambe.

Medicina Rigenerativa e ricerca scientifica

La nuova Unità Funzionale di chirurgia protesica mini invasiva all’Humanitas Castelli di Bergamo è costantemente aggiornata sulle nuove tecniche mini invasive in campo ortopedico. Verificando i risultati delle cure effettuate, contribuisce alle attività di ricerca delle società scientifiche nazionali ed internazionali.

L’altra attività di enorme importanza di questa Unità riguarda la Medicina Rigenerativa tissutale, un mix di ricerca ed applicazioni cliniche finalizzate alla rigenerazione ed al ripristino funzionale dei tessuti compromessi da traumi e patologie degenerative. In certi casi, applica le metodiche biotecnologiche più avanzate utilizzando i fattori di crescita piastrinici che stimolano i processi di guarigione tissutale.

Ringraziamo il dott. Massaro per le informazioni che ci ha fornito, per la sua professionalità e la grande disponibilità.