“Mi hanno rapinato”. E invece era solo una scusa. Di quelle, peraltro, che generano chiasso, con tanto di intervento dei carabinieri.
Ma andiamo con ordine. Tutto è partito da un innocente tuffo notturno in mare: quale modo migliore, del resto, per rinfrescarsi e assaporare la magia di un cielo stellato. Una idea che è venuta in mente anche a un 19enne in vacanza a Levanto, provincia di La Spezia, in Liguria, qualche giorno fa. La notizia è riportata sulle testate locali.
Un bagno e via, insomma. Peccato, però, che, uscendo dall’acqua non abbia più trovato i vestiti e gli effetti personali. Un comprensibile momento di panico. Quindi, immediata è partita la telefonata al 112 che ha inviato una pattuglia sul posto.
“Sono stato rapinato da uomini armati di coltello“, si sono sentiti dire. Ma all’occhio attento dei militari non è sfuggito che c’era qualcosa – nel racconto e forse nell’atteggiamento del giovane turista – non andava. E si è così fatto strada in loro il sospetto che si trattasse di una invenzione.
Quando si mette in piedi una pantomima, capita che si cada in contraddizione o anche che si manifesti un fare irrequieto. I carabinieri si sono, quindi fermati a parlare con lui per circa un’ora, facendo pian piano emergere la verità dei fatti.
Ovvero che non c’era stata nessuna rapina, che semplicemente non trovava più i vestiti e gli effetti personali, ma temeva la reazioni dei genitori. I militari hanno perlustrato la spiaggia insieme a lui e, alla fine, abiti e altro sono stati ritrovati nel punto esatto in cui il ragazzo li aveva lasciati prima di entrare in mare.
Immediate e sentite le scuse da parte sua, per il disagio arrecato e la storia inventata di sana pianta, con tanto di allarme su una possibile presenza di malviventi in zona. Agli investigatori la valutazione su eventuali conseguenze del gesto.
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