Il kefir è un probiotico? La verità è sconvolgente

Non tutti conoscono il Kefir. Si tratta di un alimento ottenuto dalla fermentazione del latte, e si può consumare aggiungendolo allo stesso latte oppure in altri liquidi, in modo da poter diventare una bevanda fresca e ricca di nutrienti. Possiamo definirlo un probiotico?

I probiotici sono vari tipi di microrganismi vivi e attivi, che offrono diversi benefici all’organismo. Hanno effetti positivi sulla flora intestinale e l’intestino in generale, aumentano il numero di anticorpi, riducono i batteri dannosi.

Il Kefir, oltre a contere interessanti proprietà nutrizionali, è ricco di probiotici. Di conseguenza, tale alimento può essere sicuramente definito probiotico.

Il prodotto alimentare qui considerato è da tantissimo tempo molto consumato in Russa e nel resto del Caucaso (regione geografica a cavallo tra Europa e Asia, posta tra il Mar Nero e il Mar Caspio, comprendente vari Paesi oltre a quello russo). In tempi più recenti sta iniziando a farsi apprezzare anche in Italia e altrove.

Come si produce il kefir

Tramite il processo di fermentazione del latte, che può essere di mucca, capra o pecora, emergono varie colonie di lieviti e batteri, le quali si manifestano sotto forma di granuli di colore bianco.

Proprio tali granuli, nel loro insieme rappresentano il kefir.

Caratteristiche e benefici del kefir

Il kefir, specialmente se consumato con regolarità, apporta gli importanti benefici all’organismo che sono tipici degli alimenti probiotici.

Inoltre, è un cibo energetico, e dunque è consigliabile a chi pratica sport e altre attività fisiche, ma anche a coloro che avvertono il corpo indebolirsi a causa dell’avanzare dell’età.

Può essere tranquillamente assunto dalle donne in gravidanza, e anzi può risultare molto benefico anche per loro, considerando che offre una quantità significativa di acido folico.

Dentro questo alimento sono presenti molti sali minerali, tra i quali: calcio, magnesio, zinco e fosforo. In più, è un prodotto che regala quantità non irrilevanti di vitamine del gruppo B e di vitamina K.

E’ degno di nota anche il fatto che si tratta di un alimento con poco lattosio.

Come consumare il kefir

Da prassi, il kefir viene aggiunto al latte per essere bevuto successivamente.

Se si desidera assumere poco lattosio, è possibile optare per aggiungerlo al latte vegetale (di riso, di soia o di mandorla). Oppure, si può aggiungere a dell’acqua arricchita con un po’ di succo di limone e zucchero.

La preparazione del kefir consiste nel seguire i seguenti passaggi:

  1. Mettere il kefir in un contenitore di vetro.
  2. Aggiungere un liquido tra quelli indicati in precedenza: latte, latte vegetale, o acqua con un po’ di limone e zucchero.
  3. Chiudere il contenitore di vetro e lasciarlo a temperatura ambiente, dando modo al composto presente al suo interno di fermentare per 48 ore circa.
  4. Trascorse le 48 ore circa, aprire il contenitore e mescolare.
  5. Se il composto dovesse risultare troppo grumoso, può essere filtrato prima di chiudere nuovamente il contenitore per conservarlo in frigorifero per circa 2 ore.
  6. Passate le 2 ore, è possibile rimuoverlo dal frigo e berlo.

Il risultato finale sarà quello di gustare una bevanda cremosa, buona e benefica.