La truffa del vino: attenzione, ecco come si svolge

I nuovi truffatori del mondo del vino, hanno nomi inglesi o italiani e indirizzi email insospettabili.

Si tratta di vendita di vini pregiati, anche se pregiati lo erano solo sulla carta. Perché le bottiglie di Champagne, Brunello e Barbaresco contenevano in realtà vini da hard discount.

La vendita avveniva su ebay e gli acquirenti erano soprattutto ignari ristoratori provenienti da Spagna, Germania, Belgio, Francia e Stati Uniti.

Facendo delle indagini si è scoperto che alcuni commercianti nel settore dell’enologia si occupavano di ritirare le bottiglie ormai dai ristoranti per poi venderle come originali anche se riempiti con vino scadente.

Le indagini, svoltesi in tutta Italia, hanno dimostrato che il centro di contraffazione si trovava a Brescia, dove era presente una vera e propria centrale di vini nascosti in una cantina abusiva. Qui hanno trovato il punto dove venivano stoccate bottiglie, capsule, carta da imballaggio, tappi, gabbiette da spumante e confezioni di vino rosso e bianco.

Come abbiamo già detto le bottiglie vuote venivano ripulite e riempite di nuovo con vini scadenti da discount. In seguito la procedura procedeva con la sigillatura con tappi in sughero e capsule contraffatte. Infine avveniva la vendita dei falsi top di gamma a prezzi competitivi, arrivando a cifre dai mille euro in su  per alcune bottiglie di magnum.

Alle indagini dei carabinieri ha collaborato l’azienda Ebay che ha monitorato le transazioni eseguite, e ihanno collaborato anche i rappresentanti di sedici aziende facenti parte della produzione vitivinicola italiana.

Proprio su Ebay si è scoperto che gli indagati utilizzavano decine di account falsi sia per far lievitare il prezzo delle aste sia per produrre falsi feedback  positivi in modo da rendere i venditori affidabili agli occhi degli altri clienti.

Come difendersi

Per evitare di incorrere in queste truffe, bisogna diffidare da prezzi troppo concorrenziali e frequentare i gruppi chiusi sui social network, grazie ai quali è possibile confrontarsi con colleghi del settore. All’interno di questi gruppi ci sarà sicuramente qualcuno che ha già conosciuto il furbo in questione e può mettere in guardia gli altri o dare loro dei consigli utili. Un esempio di questo tipo di gruppo è “Cantine Unite” su Facebook.

In generale, vale la pena di dubitare di ogni email

  • non intestata puntualmente da parte di chi dimostri di non conoscere direttamente i vini dell’azienda a cui si rivolge;
  • che sembra provenire da un indirizzo credibile  ma basta controllare bene per vedere che quell’indirizzo NON è quello ufficiale dell’azienda);
  • che risulta firmata da chi compare nell’organigramma di un’azienda, ma non con funzioni compatibili con l’acquisto di vini.