“Lei è morto da mesi”. Ragazzo va all’Inps per lo spid e si sente dire di essere deceduto

Va all’Inps e scopre di essere morto, peraltro da diversi mesi, ormai.

Il punto è che, per essere morto, quel ragazzo 30enne si sentiva piuttosto bene e, punto numero due, i morti non hanno bisogno dello spid.

Un morto con lo spid

Sì perché il 30enne di questo aveva bisogno: delle credenziali per avere lo spid, cioè il sistema pubblico di identità digitale che serve, tra l’altro, per determinati concorsi pubblici ma anche per accedere con facilità ai servizi online senza dover più perdere tempo tra file, uffici, password diverse da inserire di volta in volta sui vari siti.

In pratica è un domicilio digitale al quale ricevere le varie comunicazioni e attraverso cui interfacciarsi con la PA.

Morto da diversi mesi ma vivo

Immaginarsi la sorpresa quando l’impiegata gli ha comunicato che era morto a febbraio e che, in realtà, lui doveva essere qualcun altro.

Se non ci fosse dell’assurdo in questa vicenda potrebbe persino scapparci una risata. Ma, comunque, la burocrazia italiana riserva sempre delle sorprese incredibili.

Il sospetto su uno scambio di persona

Il fatto è accaduto a Vigevano, nel Pavese, qualche giorno fa ed è stato raccontato dalle testate locali e nazionali su cui ha avuto una vasta eco. Sembra che il giovane coinvolto nell’assurda vicenda si sia, appunto, anche sentito dire che aveva acquisito l’identità di un’altra persona.

Alla fine lo spiacevole disguido – se così si può definire una svista del genere – è stato accertato e il ragazzo ha chiarito la propria posizione nei confronti dell’Inps e della pubblica amministrazione e, si spera, potrà accedere ai servizi per cui ha fatto richiesta.

Ma la storia dimostra ancora una volta di più, qualora ce ne fosse bisogno, che la burocrazia in Italia può essere veramente un ostacolo non solo nella professione ma anche nella vita quotidiana.

Peraltro, non è un buon momento per l’Inps in particolare. L’istituto è da più parti additato come uno degli attori responsabili dei ritardi nell’erogazione delle casse integrazioni con causale Covid – 19.