La pandemia del 2020 causata dal nuovo coronavirus ha radicalmente cambiato la vita di tutti noi, ha mutato anche i gesti più piccoli e semplici che tutti noi facevamo durante la nostra routine quotidiana. Quello che fino a poco fa rientrava nell’ordinaria routine, come prendere un caffè al bar, ora sembra un vago ricordo. Ebbene si ormai la tanto caratteristiche tazzine in ceramica italiane per bere un buon caffè espresso sono state sostituite da bicchierini di plastica o carta. Ma cosa ha rivelato la scienza su questi bicchieri di carta? Perché dovremmo fare attenzione a bere i caffè nei bicchieri di carta? All’interno di questo articolo risponderemo a queste e ad altre domande.
Bicchieri di carta: analisi
A fare da apripista sulla faccenda è stato uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Hazardous Materials. I ricercatori che sono dietro alla scoperta fanno parte dell’Indian Institute of Technology (IIT) a Kharagpur. L’oggetto principale su cui si sono soffermate le loro analisi riguarda la capacità di resistenza dei bicchieri di plastica o contenenti microplastiche quando al loro interno vengono versate delle bevande calde per un prolungato lasso di tempo. In tal senso si è cercato di indovinare la soglia limite entro la quale questi bicchieri non rilascino sostanze nocive nella bevanda bollente. Se per consumare tè o caffè bollenti ci si dovesse impiegare un tempo pari o superiore a 15 minuti, è importante essere a conoscenza di queste importanti informazioni: Gli strati di microplastica dei contenitori tendono purtroppo a degradarsi con il conseguente rilascio di particelle, stimato nell’ordine di 25.000 unità. È pur vero che si tratta di particelle dell’ordine di grandezza di micron e quindi apparentemente innocue, ad ogni modo si va comunque incontro a fenomeni di migrazione di microplastiche dal contenitore alla bevanda. Una migrazione dalla quale non sembrano essere esclusi neanche i bicchierini di carta, questo perché sono comunque rivestiti da una sottile pellicola di plastica.
Cosa ha rivelato la scienza su queste bevande calde contenute nei bicchieri di carta?
Questi studi, effettuati sempre dagli stessi ricercatori, hanno rivelato che le microplastiche fanno pure da agenti trasportatori di elementi contaminanti. Tali elementi contaminanti posso essere gli ioni, i metalli pesanti tossici come palladio, cromo e cadmio. Per cui, in caso d’ingestione ricorrente e regolare, si potrebbero verificare effetti dannosi per la salute. Allo stato della ricerca, sarebbe quindi preferibile fare uno sforzo in più. Quando si può, sarebbe quindi meglio evitare l’assunzione di bevande molto calde contenute in bicchierini o tazzine monouso contenenti plastica. Si tratta effettivamente di articoli molto apprezzati per via della loro praticità, considerato che, come detto a inizio articolo, nei bar italiani al momento non si possono utilizzare tazzine in ceramica, tuttavia questi bicchieri di carta sono da considerarsi poco apprezzabili in fatto di salubrità dei componenti, in presenza di bevande molto calde. È pur vero però che affinché si verifichi la migrazione delle microplastiche verso le bevande, occorre che passi un lasso di tempo abbastanza corposo, di conseguenza, se proprio non si potesse fare a meno di ricorrere all’uso di bevande calde in questi contenitori contenenti microplastica, la soluzione ottimale potrebbe prevedere di ridurre al minimo i tempi di conservazione e consumo della bevanda.