Attenzione a cuocere la carne rossa: ecco le incredibili conseguenze

La carne, nel senso ampio del termine, è uno degli alimenti più consumati ed apprezzati in pressochè tutte le culture del mondo. Anche negli ultimi decenni la preparazione ed il consumo della carne è sempre più diffusa e radicata anche se sempre più persone optano per diete senza carne, oppure scelgono di mangiare esclusivamente quella bianca.

La carne rossa infatti, un tempo appannaggio delle classi sociali più agiate, viene spesso osteggiata visto che può portare a svariate problematiche salutari, anche gravi.

Cos’è la carne rossa?

Con questo termine si identificano quelle derivanti da bovini (vitello, vitellone, bue, manzo e vacca), equini (cavallo), ovini (pecore) e caprini (capre). Anche la carne suina è identificata nella categoria.

La carne bianca è quella che deriva da ogni tipo di pollame e dal coniglio.

Quali sono le conseguenze del consumo di carne rossa?

Spesso la disinformazione la fa da padrone per quanto riguarda la carne rossa, che viene definita come una sorta di alimento cancerogeno sempre e comunque. In realtà, se di buona qualità e non consumata in maniera eccessiva, non è pericolosa, a patto che questa sia cucinata nella maniera maggiormente congrua al taglio ed al tipo di carne.

Un uso smodato di carne rossa, sopratutto presso i soggetti in sovrappeso e/o che fanno poca attività fisica, possono essere anche gravi: l’elevato apporto calorico e proteico della carne può influire sul sistema circolatorio, innalzando il colesterolo “cattivo” e aumentando il rischio di problemi al cuore. Rischi maggiori anche di osteoporosi e di gotta, oltre ad essere una delle cause principali di malattie come il tumore al colon retto.

In un individuo sano, è consigliabile limitare le porzioni di carne rossa al massimo a due volte a settimana e di non superare la dose di 500 grammi alla settimana, magari ascoltando il parere del nostro medico/nutrizionista.