Il tonno è uno degli alimenti ittici più pescati e consumati in tutto il mondo, da molti secoli, trattandosi di una specie marina originariamente molto diffusa (anche se la pesca intensiva ne ha messo a repentaglio la diffusione) e relativamente facile da lavorare e duttile da conservare. Nel mondo moderno spesso il tonno viene consumato in scatoletta, ma è anche molto apprezzato cucinato ma anche crudo, sopratutto con la grande proliferazione di ristoranti orientali.
Il tonno in scatola
Il tonno in natura è fondamentalmente “condannato” a nuotare per tutta la vita, essendo sprovvisto di vescica natatoria, una sorta di “palloncino” che permette ad altre specie di poter non andare “a picco”. Ecco perchè la conformazione di questo pesce è fondamentalmente basata su una grande quantità di carne commestibile, e si presta bene alla lunga conservazione.
E’ inoltre ricco di sostanze molto utili per il nostro organismo come gli Omega 3, fosforo e potassio.
La variante in scatola è probabilmente la più venduta e spesso viene utilizzata anche come soluzione rapida per preparare un pasto veloce, ma quali sono gli effetti collaterali?
Fa male?
Solitamente è meglio non abusare di tonno in scatola, sopratutto quando si tratta di varianti economiche e che possono contenere metalli pesanti ed altre sostanze non esattamente salubri per il nostro organismo. Inoltre il contributio calorico del tonno in scatola, sopratutto per quanto riguarda la variante sott’olio è decisamente importante.
Il pesce conservato in scatola resta inoltre una delle principali cause di intossicazione alimentari, ecco perchè è meglio preferire la variante fresca o quando non possibile quella scatolata ma “al naturale” (ossia senza olio), oppure in vasetto di vetro che solitamente presenta pezzi di maggiori dimensioni e quindi anche più nutrienti per il nostro corpo.
Il consiglio è di evitare un consumo eccessivo di tonno in scatola, e di optare comunque per quello di buona qualità se possibile.
