Cosa succede a chi mangia prosciutto con il colesterolo? Ecco le conseguenze

Il colesterolo è una molecola che formalmente la consideriamo come “grasso”, presente naturalmente nell’organismo ed è fondamentale per alcune funzioni molto importanti dello stesso, come la produzione di  vitamina D, degli ormoni steroidei, ed è indispensabile per il corretto funzionamento del sistema digestivo grazie alla produzione di bile. Il colesterolo viene prodotto dal fegato e solo in minima parte viene introdotto attraverso il cibo, anche se l’alimentazione, unita ad un particolare stile di vita, può influenzarne i valori, sia in positivo che in negativo (ad esempio una vita sedentaria, il consumo di alcol e il fumo aumentano l’incidenza del colesterolo alto).

Colesterolo e salumi

Le tipologie di colesterolo individuabili nell’organismo sono prevalentemente due, quello “cattivo”, denominato LDL e quello “buono”, conosciuto come HDL. Quando si parla di colesterolo, solitamente si intende il primo, perchè quello “buono” ha la funzione di tenere sotto controllo la controparte “cattiva”, limitandone gli effetti.

Generalmente quasi tutti i salumi sono praticamente “proibiti” per chi soffre di colesterolo alto, che prevede una minore assunzione possibile di cibi particolarmente raffinati e lavorati, ma ad esempio ne esistono alcuni, come la bresaola, che possono essere consumati con discrete regolarità.

Cosa succede a chi mangia prosciutto con il colesterolo?

Un consumo elevato di prosciutto crudo o cotto può provocare l’innalzamento del colesterolo, e la manifestazione dei tipici sintomi, come spossatezza, emicrania, alitosi, infiammazione di specifiche parti del corpo e dolori nella zona del torace. Il prosciutto, sopratutto quello crudo, presenta in media un contenuto di 70 mg di colesterolo per etto, mentre l’apporto per quello cotto risulta essere di poco inferiore.

Il consiglio è di consumarlo a piccole dosi alla volta, non superiori ai 50-60 grammi per pasto, avendo l’accortenza di selezionare fette con meno grasso possibile, e optando le per la rimozione di quello residuo prima di mangiarlo.

E’ particolarmente utile inoltre scegliere qualità di prosciutto senza polifosfati né glutammato, “aggiunte” che si rivelano particolarmente problematiche per chi soffre di questa particolare condizione.