Attenzione alla frutta secca per il colesterolo: ecco cosa accade

Regimi alimentari sempre più articolati sono stati progressivamente sviluppati per limitare disturbi e patologie più o meno gravi, sopratutto quelli sempre più frequenti come il colesterolo alto. Com’è noto, il colesterolo è un lipide che si trova naturalmente nel corpo umano e svolge un ruolo particolarmente importante per il sistema digestivo (ad esempio serve per sviluppare la bile), ma che se “sbilanciato” nei valori può rappresentare un problema.

Colesterolo buono e cattivo

Nell’ambito dell’alimentazione infatti si è soliti suddividere il colesterolo “cattivo”, definito LDL da Low Density Lipoproteins che se in quantità eccessiva tende a formare degli “ostacoli” all’interno del sistema vascolare, ostruendo le arterie ed il normale deflusso del sangue. Al contrario quello “buono”, conosciuto come HDL, ossia high density lipoproteins, opera proprio per limitare lo sviluppo di quello LDL, operando al suo inverso, ossia ricollocandolo presso il fegato se in quantità eccessive per essere poi smaltito dall’organismo.

Frutta secca per il colesterolo: ecco cosa accade

Nonostante solo un 1/5 della quantità di colesterolo viene influenzato dallo stile di vita e quindi anche dalla dieta, una corretta alimentazione favorisce in modo decisivo la gestione di questi due valori che se non gestiti accuratamente portano a svariati problemi.

Nell’ambito delle cibarie spesso si decantano le proprietà molto utili della frutta secca, sopratutto le noci, che contengono un ingente quantitativo di Omega 3 e di Vitamina E, sostanze che sono molto utili per favorire il lavoro del colesterolo “buono”, nonchè per tenere a bada la glicemia. Tuttavia non bisogna esagerare perchè l’apporto calorico è piuttosto elevato anche se si tratta prevalentemente di grassi insaturi, quindi definibili buoni, il consiglio principale dato dai nutrizionisti e di consumare noci, ed in generale ogni tipo di frutta secca, come snack al posto di quelli industriali, limitandosi a un apporto di 30 grammi al giorno.

Meno caloriche le mandorle e le castagne, che permettono un consumo “sicuro” oltre i 50-60 grammi al giorno.