Mangiare lattuga per abbassare l’indice glicemico: è corretto?

Con il termine lattuga (nome comune del vegetale noto scientificamente come Lactuca sativa) si intende molto spesso in modo piuttosto generico l’insalata, visto che il suo utilizzo in questa tipologia di pietanze è così comune da assumerne i connotati del termine. In realtà il termine insalata indica in maniera sommaria più tipi di vegetali impiattati secondo un ordine preciso.

Proprietà ed effetti

La lattura racchiude una vasta tipologia di sotto categorie di vegetali che hanno in comune medesime caratteristiche, come essere una pianta biennale, che presenta un elevato apporto di acqua (oltre il 90 %), importante apporto di vitamine e minerali ma uno quasi nullo di calorie e grassi.

Tra le tipologie più famose nel nostro paese spiccano la iceberg, l’incappucciata, la romana, la liscia e la gentile. Si tratta di una tipologia di pianta che si adatta alla maggior parte dei climi e può godere di una certa versatilità in cucina: spesso viene consumata cruda nelle insalate ma può essere anche bollita o stufata per altre tipologie di ricette.

Solo 15 calorie per 100 grammi di lattuga in media, mentre è importante l’apporto di sali minerali come potassio, magnesio, sodio e calcio, oltre a diverse tipologie di vitamine come C ed E. Grazie all’apporto di fibre è un’alleata dell’intestino e dell’apparato digestivo, oltre ad avere un elevato potere saziante.

Mangiare lattuga per abbassare l’indice glicemico: è corretto?

Risulta essere una delle verdure maggiormente indicate a combattere gli sbalzi glicemici, sia per le già citate fibre, che aiutano a limitare l’incidenza del glucosio del sangue, pressochè assente lo zucchero mentre manca totalmente un apporto di colesterolo.

E’ sempre una buona idea consumare una qualsiasi tipologia di lattuga, sopratutto se cruda. Opportuno ricordarsi di scegliere lattuga cresciuta in località sicure, possibilmente in coltivazioni bio, perchè tende ad assorbire ogni tipo di nutriente presente nel terreno dove viene coltivata, quindi anche le proprietà nutritive sono fortemente condizionate da questo fattore.