Mangiare Philadelphia ogni giorno: pazzesco, ecco cosa succede

La Philadelphia rappresenta una delle prime forme di formaggio spalmabile commercializzate su vasta scala: con questo nome si identifica un prodotto caseario che solitamente contiene sopratutto latte e panna, che ha trovato una grande diffusione in Europa a partire dagli anni 70.

Nonostante non rappresenti l’unico tipo di formaggio sotto questa forma (definita formaggio quark), la Philadelphia è sicuramente quella più venduta e sicuramente la più riconoscibile tra quelle in commercio.

Mangiare Philadelphia ogni giorno: pazzesco, ecco cosa succede

Si tratta di un prodotto piuttosto “antico”, che risale alle ultime decadi del 19° secolo, e che quasi subito fu commercializzato con il nome dell’omonima città statunitense, nota già ai tempi per la tradizione gastronomica: come accennato, gli ingredienti principali sono latte vaccino a panna che sono lavorati meccanicamente, dopodiché il liquido ottenuto viene sotto posto a pastorizzazione. Successivamente al prodotto ottenuto vengono aggiunti altri processi in quello che è definitostarter biologico del fermenti lattici che manifestano fenomeni di acidificazione Strutturazione organolettica e gustativa e coagulazione proteica.

Philadelphia

Essendo un formaggio “da frigo” non è povero di grassi, quindi non risulta adatto per chi segue un regime ipocalorico. Più che discreto l’apporto di colesterolo anche per la presenza di addensanti, che rendono il formaggio spalmabile. I numeri in fatto di grassi e colesterolo sono importanti, ma tutto va proporzionato al consumo, che solitamente non è elevatissimo.

Mangiarne tutti i giorni è sconsigliabile, sopratutto per chi ha problemi con il lattosio, ciò può provocare problemi digestivi anche per chi non manifesta problematiche di sorta.

Decisamente consigliabile affidarsi alla versione Light che differisce principalmente per il minore contenuto di panna, e ciò rende questa variante di Phidadelphia decisamente più leggera e digeribile anche se non è consigliato consumarla più di 2-3 volte alla settimana, consumo che deve essere ridotto per chi soffre di colesterolo.