Cosa succede a chi mangia pesce in umido con colesterolo e glicemia? Ecco la verità

Il colesterolo alto è uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiache, e oggi è la prima causa di morte nei paesi occidentali, Italia compresa.

Tra i fattori che ne influenzano le prestazioni, troveremo ovviamente l’alimentazione; per questo, nel tempo, molte teorie sono state associate alla concessione del cibo piuttosto che alla lotta all’ipercolesterolemia.
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha fornito un importante aiuto nella formulazione delle giuste raccomandazioni nutrizionali, sfatando diversi “miti” legati a questo problema di salute.

In effetti, può sembrare controintuitivo, ma il modo migliore per abbassare il colesterolo nel sangue non è solo una dieta povera di grassi: ciò che conta è la qualità dei grassi che consumiamo. C’è un alimento nella nostra dieta mediterranea che contiene molti di questi grassi “qualitativamente” migliori: il pesce.

Pesci non consigliati

puzza di pesce

Non tutti i pesci sono consigliati. Alcuni pesci e frutti di mare possono contenere sostanze nocive, come il mercurio organico, che sono presenti nell’ambiente principalmente a causa di sostanze inquinanti. I pesci con i più alti livelli di mercurio sono pesci predatori, cioè si nutrono di altri pesci di grandi dimensioni. Tra questi abbiamo pesce spada, barracuda, tonno. Per i bambini e le donne in età fertile, in gravidanza o che allattano, è meglio non consumare più di una porzione (100 grammi) a settimana.

La dieta mediterranea è un modello alimentare raccomandato che include frutta, verdura, legumi e altri alimenti e riduce l’assunzione di carne rossa, latticini e alcol. Anche il pesce gioca un ruolo importante in questa dieta.

Vi ricordiamo che anche in assenza di fattori di rischio, un corretto stile di vita è fondamentale per la nostra salute e per la prevenzione degli eventi cardiaci.

Oltre ad una corretta alimentazione, le nostre abitudini devono prevedere una regolare attività fisica, evitando di fumare o di smettere il prima possibile. Inoltre, il colesterolo alto non dà sintomi specifici, quindi è meglio affidarsi al medico per valutare il rischio cardiovascolare.

Pesce surgelato

Sebbene la freschezza degli alimenti garantisca un apporto nutritivo maggiore rispetto allo stesso prodotto che viene congelato, questo metodo di conservazione si è evoluto negli anni, garantendo sempre più prodotti con buone proprietà nutritive e le differenze tra varietà (e di razze diverse) variano notevolmente. ovviamente da marca a marca). Ad esempio, il merluzzo è ricco di omega 3 e di vitamine A e D, che lo rendono ideale per essere congelato e mantenere praticamente inalterato il suo contenuto nutrizionale, come lo sono i molluschi. Diversa è la situazione per i pesci molto grassi, come il salmone e lo sgombro, che sono ricchi di acidi grassi polinsaturi e possono rovinare e alterare significativamente la loro alimentazione se conservati a basse temperature per un valore troppo lungo.

Pesce precotto

Il mantenimento del valore nutritivo varia da razza a razza e da marca a marca, quindi è quasi impossibile fare una valutazione generale. Metodi di cottura e conservazione eccessivamente aggressivi possono influenzare i grassi polinsaturi omega-3; inoltre, questi prodotti sono spesso conditi con alti livelli di grassi saturi (derivati ​​da grassi aromatizzati come il burro), che vengono utilizzati per garantire il gusto degli alimenti. Pertanto, si sconsiglia alle persone con colesterolo alto di consumare cibi precotti, anche prodotti ittici, in quanto non garantiscono un elevato apporto di grassi omega 3 e corrono il rischio di contenere troppi grassi saturi.