Il “peso specifico” del cibo è da sempre estremanente forte ed incidente, sopratutto nelle culture con una lunga ed articolata tradizione culinaria come quella italiana al punto da diventare parte del linguaggio comune: il termine pane e cipolla fa riferimento ad una condizione economica decisamente poco agiata, al punto da rendere possibile un’alimentazione esclusivamente con questi due alimenti, considerabili cibi estremamente basilari ed economici.
Proprio in virtù di tale status pane e cipolla ha costituito una delle tipologie più diffuse sopratutto in determinate aree geografiche del paese, anche se le alimetazioni più semplici ed in alcuni casi frugali (ne abbiamo recentemente discusso) sono state recentemente rivalutate dal punto di vista nutrtivo e salutare.
Tubero benefico
La cipolla, nelle sue numerose varianti, rappresenta una preziosa alleata sia dal punto di vista della versatilità in cucina ma anche per le conclamate funzioni benefiche, che hanno reso questi tuberi estremamente utilizzati fin dall’antichità anche in campo medico. Gli egizi ad esempio erano soliti far mangiare focacce alla cipolla agli operai per garantire loro un adeguato approvigionamento energetico.
La cipolla ha grandi proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie, che rendono molto utili per aiutare il sistema immunitario, e sono particolarmente utili per contrastare la glicemia ed il colesterolo alto, e per questo sono sempre presenti nelle diete ipocaloriche.
“Non mangiare pane e cipolla!”: attenzione, ecco il motivo
Oltre che come condimento la cipolla è presente in numerose ricette come ingrediente principale (basti pensare alla genovese) ma potrebbe essere necessario regolare il consumo di pane e cipolla sopratutto per chi soffre di acidità di stomaco e colite. Il pane infatti tende a “mitigare” l’inconfondibile aroma e sapore di questi tuberi, portando ad abusarne più facilmente.
Il consumo di cipolla è (quasi) sempre consigliato ma anche un organismo sano potrebbe soffrire di acidità di stomaco e meteorismo in caso di dosi eccessive.