Il cioccolato fondente fa bene o male? Ecco la verità

La “scoperta” da parte degli europei della pianta del cioccolato ha completamente stravolto il concetto di prodotto dolce su più livelli, a partire da quello legato agli scambi commerciali, fino a quello legato ai gusti ed alle richieste delle rispettive nazioni. La cioccolata ha avuto un ruolo importante anche per le popolazioni americane precolombiane che lo consideravano un cibo di pregio, non destinato a tutte le classi sociali, ed anche in Europa il consumo di cioccolato in ogni forma ha iniziato a diventare qualcosa di diffuso per quasi ogni tipo di cittadino. Il cioccolato oggi viene prodotto sia scala industriale sia artigianalmente ed è praticamente presente in quasi ogni forma di cibo o bevanda legato al contesto dei dolci, ma quello fondente rappresenta il tipoo sicuramente più “adulto”. Ma il cioccolato fondente fa bene o male?

Il cioccolato fondente fa bene o male? Ecco la verità

Nel 1879 è stato ideato il processo chiamato concaggio, processo che è necessario per sviluppare il cioccolato fondente, che per essere considerato tale deve avere pochi ingredienti “semplici” ed un contenuto minimo di cacao pari al 70 %.

Viene giustamente considerato quello più “puro” e quindi meno “peccaminoso” da mangiare, in quanto contiene un contenuto importante di  flavonoidi antiossidanti, che garantiscono una certa ed efficace attività celebrale, rappresentando un utile “energizzante”.

Sembra essere efficace anche per chi soffre di problematiche legate all’apparato respiratorio in quanto contiene un nutriente chiamato teobromina che secondo gli studi riesce a mitigare la tosse ed altre problematiche legate ai bronchi ed all’azione polmonare, come l’asma.

Importante anche l’azione per il cuore e l’apparato circolatorio, in quanto il cioccolato fondente, se di buona qualità, non influisce sul colesterolo “cattivo”, anzi consumato con moderazione, aiuta l’azione di quello “buono”.

In generale si può dire che il cioccolato fondente, a patto di non eccedere con le dosi, ma consumato anche giornalmente in un corrispettivo di 1/3 di una tavoletta di medie dimensioni, fa bene.

Solo chi soffre di problematiche al fegato dovrebbe necessariamente limitarne il consumo.

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