Se vi trovate in Piemonte, precisamente nel vercellese, chiedendo una “panissa” vi serviranno il loro tipico risotto con fagioli e cotiche di maiale; in Liguria invece, ordinando la panissa, vi ritroverete a gustare uno sfizioso snack da mangiare come aperitivo.
Per realizzare la panissa iniziate setacciando la farina di ceci all’interno di una ciotola capiente, poi aggiungete il sale, aggiustate di pepe e versate a filo l’acqua mescolando la farina con una frusta in modo da evitare la formazione di grumi.
Una volta terminato di versare tutta l’acqua e quando il composto risulterà omogeneo, trasferitelo in un tegame, cuocete il composto a fuoco basso mescolando di continuo con la frusta fino a quando non otterrete un impasto più sodo, a questo punto sostituite la frusta con il cucchiaio di legno e proseguite a mescolare finché il composto non si staccherà dalle pareti, ci vorranno circa 80 minuti di cottura.
A cottura ultimata, oleate uno stampo rettangolare da 23 cm x 10 cm e versate all’interno il composto cotto, pressatelo e livellate la superficie con il dorso di un cucchiaio.
Quando il composto si sarà raffreddato, ricoprite lo stampo con la pellicola per alimenti e lasciate rassodare per circa 2 ore in frigorifero. Trascorso il tempo di riposo rovesciate lo stampo su un tagliere, estraete la panissa che deve risultare ben compatta e tagliatela prima a fette e poi a cubetti da circa 2-3 cm.
A questo punto potete passare alla frittura: scaldate in una pentola l’olio di semi e quando raggiungerà i 170° immergete i cubetti di panissa per circa 5 minuti o fino a quando non risulteranno dorati. Scolate la panissa fritta con una schiumarola e trasferitela su un vassoio rivestito di carta assorbente per asciugare l’olio in eccesso. Servita la panissa ben calda.
Potete conservare la panissa ligure, non fritta, nello stampo coperto in frigo per circa 4-5 giorni, è possibile anche congelarla. Dopo la frittura si consiglia di consumare subito.