Il miele rappresenta da millenni una delle sostanze più apprezzate e diffuse della storia umana, fino a pochi secoli fa una delle pochissime sostanze zuccherine a disposizione dell’uomo, prima della diffusione dello zucchero raffinato industrialmente.
Trattandosi di un alimento al 100 % naturale, il miele presenta numerose proprietà nutritive che sono molto utili. Cosa succede se lo mangiamo tutti i giorni?
Sintetizzando molto, il miele risulta essere il prodotto del nettare dei fiori “trasformato” dalle api, che lo utilizzano come nutrimento. Questo viene “stipato” nei favi, conosciuti anche come alveoli e presenta una consistenza viscosa ed un importante apporto di zuccheri naturali. Molto considerato dalle civiltà più antiche (i Greci lo consideravano cibo per gli dei), come detto è stato gradualmente sostituito come dolcificante dallo zucchero, anche se in tempi recenti è ritornato di moda, essendo un prodotto naturale adatto anche a vegetariani e vegani.
Fin dai tempi antichi il miele è stato utilizzato sia come dolcificante che come condimento ma si è guadagnato un posto importante anche nella medicina antica, grazie al potere antinfiammatorio nelle due principali differenziazioni,
Oggi il miele viene prodotto sopratutto in quantità industriale, e si differisce principalmente in due varietà, il miele unifloreale ed il miele millefiori.
Il miele è un perfetto dolcificante nonchè sostanza indispensabile per la preparazione di svariate tipologie di tisane e dolci caratteristici (come ad esempio gli struffoli), e fornisce un importante apporto di zuccheri semplici come il glucosio, ha un elevato potere antiossidante e il suo consumo aiuta ad abbassare la pressione arteriosa.
Importante fonte di amminoacidi e sali minerali come calcio, potassio, sodio, zinco e svariate tipologie di vitamine, è adatto ad un consumo giornaliero non superiore ai 30 grammi, circa 3 cucchiaini.
Un apporto maggiore può provocare un apporto di zuccheri eccessivamente alto, sopratutto per chi soffre di diabete, ma anche per i bambini al di sotto dei 2 anni, visto che può incidere sulla comparsa del botulismo infantile, malattia rara ma piuttosto pericolosa.