Salute

Olio per friggere, quale scegliere?

Poche cose sono meno salutari nell’immaginario collettivo di una frittura, anche se questo modo di cottura nasconde diversi segreti, che se opportunamente sfruttati possono aiutarci a cucinare piatti non solo più saporiti ma anche meno dannosi. Tutttavia studi recenti hanno iniziato a “spogliare” parte della nomea negativa legata alla frittura in senso generale in quanto sicuramente non “benefica” per l’organismo ma se effettuato nella maniera giusta e soprattutto con l’olio giusto non è così da “denigrare”.

Olio per friggere, quale scegliere?

Oltre alla qualità e al tipo di olio infatti quello che rende una frittura più o meno dannosa incide molto sulla qualità della stessa anche la tempistica: la frittura è il metodo di cottura che “scombussola” più fattori relativi all’olio, se  questo viene riscaldato ad alte temperature, può andare incontro a una ossidazione da cui si formano alcune sostanze nocive, ed è proprio questa reazione a rendere la frittura poco salutare, soprattutto se consumata con eccessiva frequenza.

Anche se è l’olio extravergine quello più “resistente” alle temperature ma non è il più adatto in fase di frittura perchè l’aroma così come le sostanze nutrienti dell’olio tendono a degradarsi alle temperature medio-alte. Tra le varie tipologie di olio quello più indicato per friggere è sicuramente l’olio di semi di arachidi che ha un punto “di fumo” (oltre il quale non è consigliabile utilizzarlo” sensibilmente più alto rispetto alle altre tipologie, ossia 180 C°.
In generale non bisognerebbe mai friggere a una temperatura inferiore a 160 e superiore a 180 gradi, magari utilizzando un termometro alimentare per misurare la temperatura.

Vincenzo Galletta