Percorre trenta km tra i monti e trascorre venti giorni lontano da casa, ma alla fine il gatto escursionista è stato ritrovato e riabbracciato dalla famiglia dopo un lungo penare.
Shir Khan è un esemplare di razza bengala, dal particolare mantello maculato, dotato di una grande intelligenza e di una grande energia. Il micio è stato protagonista di una vera e propria avventura ed è finito persino sulle testate nazionali (come Repubblica e Today). Una star del web a quattro zampe, insomma.
Oulx-Nevache: trenta km tra i monti
Il felino si era perso il 21 luglio a Oulx, Alta Val di Susa, durante una vacanza della sua famiglia. Che ha persino previsto una ricompensa in denaro a chi l’avesse trovato.
L’animale ha vagato per venti giorni, fino a essere trovato da Sébastien Renaud, un escursionista, sulle montagne francesi di Nevache, nella valle della Clarée, a 30 km di distanza. L’uomo lo ha portato con sé e ha lanciato un messaggio sui social.
Il gatto era dimagrito ed evidentemente provato da tutto quel girovagare tra i monti, ma è stato subito rifocillato – nutrito e dissetato – e grazie al microchip è stato identificato. Un tassello fondamentale, questo, della storia: prontamente rintracciata la proprietaria, Manu da Silva, che vive in Svizzera, lo splendido esemplare ha potuto fare ritorno a casa sua.
In tanti hanno dato il loro contributo alla vicenda, condividendo la felicità per il ritrovamento: soprattutto l’associazione Gatti non Parole. In questo caso i social hanno avuto una funzione costruttiva.
Dalla preoccupazione della scomparsa alla gioia del ritrovamento
“A distanza di quasi un mese dalla sua fuga e circa due settimane dopo dal suo unico avvistamento, il nostro principe lupo, dopo aver percorso circa 30 km tra i monti, approdando infine sulle montagne francesi di Nevache Vallée de la Clarée, ha finalmente deciso di porre fine al suo vagabondare e di farsi ritrovare”, si legge in una nota dell’associazione, che ha parlato di “miracolo di Ferragosto”.
“Il nostro principe ha un cuore molto grande – la nota della famiglia umana nei giorni delle sue ricerche – è cresciuto insieme ed è profondamente legato al nostro doberman, Akira, e a nostra figlia, Josefine, di cui si è sempre preso cura”.
Infine il post dell’escursionista che annunciava il lieto fine: “I suoi padroni arriveranno tra cinque ore, una storia che finisce bene“.
Immagine dal profilo di Manu Da Silva