Sanità italiana: in mezzo a tante difficoltà gli standard qualitativi rimangono alti

Si è parlato a più riprese della condizione emergenziale all’interno della quale verte il Sistema Sanitario Nazionale. In Italia, da diversi anni, si vive un periodo di crisi in ambito sanitario. Dalla mancanza di personale formato al taglio dei finanziamenti pubblici. L’esempio italiano ha fatto molto preoccupare gli addetti ai lavori e i professionisti del settore nazionali e non solo. Nonostante ciò, la Sanità italiana continua a conquistare elogi internazionali, venendo considerata la nona migliore al mondo per qualità. Subito dopo l’Italia, soltanto l’Islanda, la Norvegia, l’Olanda, il Lussemburgo, l’Australia, la Finlandia, la Svizzera e la Svezia.

Si tratta di una certificazione importante, sicuramente avvalorata da aspetti disparati. È ipotizzabile che tra i fattori che hanno influito sul mantenimento di un alto livello della sanità italiana ci sia anche l’introduzione del sistema di formazione continua per gli operatori sanitari. Questo sistema, che include anche la possibilità di formarsi non in presenza (nel sito ebookecm.it, tra i più attivi nella formazione a distanza, si possono vedere quali sono i corsi frequentabili), ha imposto al personale medico, ai tecnici e ad altri operatori di aggiornarsi ogni tre anni non solo nel proprio ambito di competenza ma anche in merito alle novità generiche del mondo della sanità.

Al di là di questo, è bene sottolineare che questa certificazione prestigiosa sia arrivata dalla prima analisi a livello nazionale del Global Burden of Disease Study. La ricerca, è stata effettuata sulla rivista The Lancet Public Health e coordinata dall’IRCCS Materno-Infantile Burlo Garofolo di Trieste. Si tratta di una condizione globalmente positiva, che ha permesso all’Italia di godere di questa posizione di grande spicco in ambito sanitario, nonostante le molteplici problematiche a cui il Sistema nazionale è esposto, di fatto, da diversi anni.

Le principali criticità del quadro sanitario nazionale

Al di là dei fattori di matrice economica che attanagliano il nostro Paese dal punto di vista sanitario e non solo, l’Italia si trova ad affrontare annualmente delle situazioni demografiche avverse non di poco conto. Non è un caso, infatti, se tra le principali problematiche del Sistema Sanitario Nazionale si trova l’invecchiamento rapido della popolazione. Il nostro Paese presenta uno dei tassi di fertilità più bassi al mondo. Al contempo, l’Italia offre una delle più alte speranze di vita.

Si tratta di uno scenario molto peculiare, in grado di cambiare molto notevolmente il panorama epidemiologico delle malattie. Il quadro italiano, presenta un carico aumentato delle patologie croniche che sono tipiche dell’invecchiamento. In questo frangente possiamo citare i problemi di vista o quelli dell’udito, ma anche forme di demenza, o patologie come l’Alzheimer. Dati alla mano, è possibile evincere come, ad esempio, dal 1990 al 2017, gli anni di vita con disabilità legate a patologie come quelle appena citate sono aumentati del 78%.

Allo stesso tempo, i decessi per Alzheimer sono più che raddoppiati. Si parla di aspetti molto significativi, in grado di modificare profondamente il panorama sanitario nazionale. Allo stesso tempo, però, è bene puntualizzare che la spesa privata del cittadino per la salute in ambito nazionale sia aumentata di molto, come diretta conseguenza della riduzione del finanziamento pubblico alla salute. Stando alle statistiche, il finanziamento statale in rapporto al PIL sarebbe sceso, dal 2010 al 2015, dal 7 al 6.7%. In questo medesimo arco temporale, la spesa privata per la salute è salita fino al 2%. Infine, risulta necessario focalizzarsi sulla spesa complessiva per la salute in rapporto al PIL che, dal 1995 ad oggi, è aumentata dell’1.15%. Da questo scenario appena descritto, è possibile evincere facilmente come un fattore determinante del Sistema Sanitario italiano riguardi proprio la propensione forzata dei cittadini nei confronti della sanità privata.