Mangiare pasta tutti i giorni fa male? Ecco cosa dice il nutrizionista

La pasta viene interpretata soprattutto dalla popolazione italiana come molto di più di una tipologia di cibo, ma è parte della cultura locale, pur non essendo consumata solo in Italia ma in gran parte del mondo, seppur in modo spesso diverso da nazione a nazione. Ma è in Italia che la pasta costituisce oltre a qualcosa di riconoscibile anche la realtà quotidiana, e mangiare pasta tutti i giorni viene considerato un modo “normale” per concepire un pasto, ma quali sono gli effetti sulla salute? Mangiare pasta tutti i giorni fa male?

E’ un tema molto trattato, soprattutto negli ultimi anni costituiti da una forma di rivalutazione degli aspetti positivi e negativi dei cibi che fanno parte della cultura tradizionale.

Ma quale è il parere del nutrizionsista in merito alla pasta, e soprattutto, inerente al consumo continuativo, in almeno un pasto della giornata?

Mangiare pasta tutti i giorni fa male? Ecco cosa dice il nutrizionista

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Elemento costituito da una base strutturalmente semplice, generalmente viene utilizzata una forma di cereale (generalmente grano o granoturco) per lo sviluppo di una farina, che serve per un impasto, condizionato da tantissimi fattori concepiti per sviluppare innumerevoli forme ed utilizzi della pasta.

Spesso considerata come “piatto principale” soprattutto in nazioni come l’Italia, la pasta è senza dubbio un importante alimento, in grado di fornire un’ottima percentuale  di carboidrati ma anche vitamine e sali minerali ma spesso viene associata ad una dieta eccessivamente carica di carboidrati e calorie, ma anche in grado di far aumentare i livelli di trigrliceridi e colesterolo.

I carboidrati sono essenziali per lo sviluppo di concentrazione, ed influisce anche positivamente sul buonumore in quanto sviluppa triptofano, aminoacido precursore della serotonina, l’ormone del buonumore oltre, sempre attraverso i carboidrati, ad un compendio di fenomeni che accellerano il metabolismo, favorendo la digestione.

E’ vero però che la pasta tradizionale in quantità eccessive, soprattutto se consumata più volte al giorno, può contribuire all’aumento di peso specifico e causare una difficoltà dell’organismo a regolarizzare i picchi glicemici, sostanzialmente in quantità eccessive, la pasta può compromettere i livelli di glucosio del sangue.

Condizione da non sottovalutare, soprattutto in corrispondenza di malattie come il diabete.

I nutrizionisti però specificano che, salvo casi particolari, è bene non rinunciare alla pasta, ma assumerla con moderazione, generalmente un corpo sano può gestire senza problemi da 70 fino a 90 grammi di pasta per un adulto, ricordando che è anche importantissimo il tipo di condimento associato.