Una delle principali proposte legate al salario minimo, ossia una forma di soglia base per tutti i lavoratori dipendenti, sviluppata da una larga parte dell’opposizione di governo, è stata praticamente bocciata dall’esecutivo in atto, attraverso la commissione Lavoro della Camera ha dato il via libera all’emendamento di maggioranza, la proposta era stata sviluppata formalmente attraverso una richiesta per il Parlamento con la ferma intenzione di sviluppare una regolamentazione sulla soglia minima di 9 euro l’ora di lavoro.
Al suo posto il governo ha esercitato una forma di delega relativa al contesto in questione da esercitare entro un tempo massimo di 6 mesi.
Si tratta di una misura di “risposta” alla richiesta delle opposizioni che di fatto si pone come alternativa, senza però menzionare una cifra minima sul salario minimo.
Niente Salario Minimo: bocciata la proposta delle opposizioni
Come evidenziato dal testo infatti la delega è stata concepita
Per garantire l’attuazione del diritto di ogni lavoratore e lavoratrice a una retribuzione proporzionata e sufficiente, come sancito dall’articolo 36 della Costituzione
Il tutto accompagnato da un resto del testo concepito per “assicurare ai lavoratori trattamenti retributivi giusti ed equi”, senza però menzionare in alcun modo la retribuizione economica, condizone che ha fatto indispettire l’opposizione, composta dai partiti di centro sinistra e del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte che avevano portato in maniera congiunta la proposta al governo.
Nel testo dell’esecutivo si menziona anche la necessità di agevolare la potenziale attuazione dei contratti di secondo livello al termine della procedura contrattuale lavorativa. Il secondo livello è possibile agevolare le aziende nei momenti di difficoltà (come le crisi) con delle specifiche agevolazioni fiscali ma tutelando e rispettando i diritti dei dipendenti.
Favoriti nella delega menzionata poc’anzi anche l’intenzione di incrementare la trasparenza dei contratti pirata, ossia delle forme di contratto stipulate tra branche di lavoratori e le varie associazioni sindacali che di fatto fanno da “intermediario”, costituendo però anche una potenziale fonte di criticità per gli elementi dell’esecutivo attuale.
Insomma per l’opposizione lo “stop” al salario minimo costituisce un atto non appropriato ad una democrazia funzionale come definito dalla segretaria del PD Elly Schlein che ha considerato il tutto un “antipasto del premierato”.
E’ prevista una nuova forma di iniziativa sotto forma di proposta, avviata da Unione Popolare da portare in Senato con all’interno la richiesta di un salario minimo di 10 euro l’ora, quindi si profila una sorta di “battaglia politica” tra opposizione e l’attuale esecutivo.