Normativa antiriciclaggio: le sanzioni per i professionisti che non la rispettano

Il riciclaggio di denaro è un atto illecito che ha il fine di reinserire nel circuito economico alcuni capitali di provenienza non legale. Questi capitali, che vengono reinseriti nel circuito, sono apparentemente però legali. È una pratica molto pericolosa, perché mette a rischio l’integrità e la stabilità dei sistemi finanziari. Per questo motivo, al fine di contrastare efficacemente questo fenomeno, sia a livello nazionale che internazionale sono state introdotte delle normative antiriciclaggio. In base a queste norme, i professionisti hanno obblighi di controllo e segnalazione.

Il quadro del D.Lgs. 231/2007

Le sanzioni antiriciclaggio sono molto stringenti per i professionisti che non rispettano le norme in materia. Tra queste norme sicuramente è da tenere in considerazione il decreto legislativo numero 231 del 2007 e le successive integrazioni, come, per esempio, quelle costituite dal decreto legislativo 90 del 2017.

Questo quadro normativo impone agli operatori del settore finanziario e ad altri professionisti l’osservanza di obblighi specifici. È da dire che le norme e gli obblighi riguardano anche i commercialisti, i notai, i consulenti del lavoro, le banche e le agenzie immobiliari.

Quali sono gli obblighi da rispettare

È bene sempre rivolgersi ad un avvocato antiriciclaggio per sapere quali sono gli obblighi da rispettare secondo le norme vigenti in Italia e a livello internazionale. Solo così si può arrivare ad una profonda comprensione di queste normative importanti.

Fra gli obblighi stabiliti da esse, c’è quello di adeguata verifica della clientela. Significa che i professionisti hanno il dovere di identificare i loro clienti e di verificare la natura delle loro operazioni. In caso di inosservanza, vengono previste sanzioni amministrative che sono significative dal punto di vista pecuniario.

Un altro obbligo è rappresentato dalla conservazione dei documenti, che possono attestare l’effettuazione delle operazioni previste per legge. Anche in questo caso la mancata osservazione di tale obbligo comporterebbe l’applicazione di sanzioni pecuniarie.

L’obbligo di segnalazione di operazioni sospette

Secondo l’articolo 58 del decreto legislativo che si è nominato precedentemente, vige anche l’obbligo per i professionisti di segnalazione di operazioni sospette. Questo obbligo richiede ai professionisti di segnalare alle autorità competenti le operazioni che presentano caratteristiche di sospetto.

Fra le autorità competenti c’è anche l’UIF, che è l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia. Secondo l’articolo 58, la sanzione pecuniaria per i professionisti che non rispettano questo obbligo può variare da 3.000 a 300.000 euro. Prima, invece, il sistema si basava applicando come sanzione una percentuale dell’importo dell’operazione non segnalata.

Perché è importante la conformità alla normativa

La conformità alla normativa antiriciclaggio non costituisce soltanto un obbligo legale. Essa rappresenta anche un elemento fondamentale per la tutela dell’integrità del sistema finanziario e anche per la prevenzione di possibili attività criminali.

I professionisti devono essere consapevoli delle responsabilità che hanno e delle gravi conseguenze in cui possono incorrere in caso di inadempienze. Le conseguenze sono molto pericolose sia a livello economico che per quanto riguarda la loro reputazione.