Novità e Mes, tutto quello che devi sapere!

Il governo Conte è nell’occhio del ciclone per la riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), il fondo finanziario incaricato di aiutare i paesi in crisi che adottano l’euro, che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte vorrebbe far ratificare dal parlamento italiano l’anno prossimo. La polemica in Italia imperversa da giorni, soprattutto per la netta contrarietà alla riforma del Mes da parte della Lega, di Fratelli d’Italia e di parte del M5S. Tra i principali oppositori alla riforma c’è il leader della Lega Matteo Salvini: “Il ‘Sì’ alla modifica del Mes sarebbe la rovina per milioni di italiani e la fine della sovranità nazionale”, ha detto.

Finora per modificare i termini del titolo era richiesta l’approvazione della maggioranza dei detentori dei titoli del debito non solo in totale, ma anche in ogni singola sotto categoria dei titoli stessi (diverse scadenze, diversi interessi e via dicendo creano diverse sottocategorie). Si parla quindi di clausola di azione collettiva a doppia maggioranza, con la riforma del Mes si dovrebbe passare invece a clausole di azione collettiva a maggioranza singola. Per tanto sarà sufficiente la maggioranza del totale dei detentori del debito pubblico e eventuali maggioranze nelle varie sottocategorie non avranno quindi la possibilità di bloccare la ristrutturazione del debito.

La Camera dei Deputati ha votato sì alla risoluzione unitaria di maggioranza sulle comunicazioni del premier Giuseppe Conte in vista del prossimo Consiglio europeo. Il testo sul Mes è stato approvato a Montecitorio con 291 voti a favore e 222 contrari. In serata è arrivato anche il sì del Senato alla risoluzione della maggioranza, approvata con 164 voti favorevoli, 122 contrari e 2 astensioni.

Il presidente del Consiglio assicura che la riforma non introduce alcun automatismo nella ristrutturazione del debito dello Stato. La revisione del Mes non apporta modifiche sostanziali al trattato già esistente e non introduce alcun automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato, ha detto il presidente, sottolineando che è nostra ferma intenzione che questo non accada. La riforma, aggiunge, lascia alla Commissione Europea il fondamentale ruolo di valutarne la sostenibilità e di assicurare la coerenza complessiva delle analisi macroe-economiche effettuate sui paesi membri, ha spiegato Conte.