A Sanremo canta Paolo Palumbo, malato di SLA, non si è mai arreso

Ieri sera è salito sul palco, Paolo Palumbo insieme a Kumalimbre. La storia di Paolo è una delle varie storie belle, raccontate al Festival di Sanremo, malato di SLA. Palumbo ha presentato la canzone “Io sono Paolo”, insieme al rapper Kumalimbre.

Il noto presentatore, dapprima non lo ha considerato, successivamente lo ha invitato sul palco dell’Ariston.

Una performance emozionante, che è stata applaudita da tutti i presenti del Teatro. Alla fine dello spettacolo, Paolo Palumbo ha mandato un messaggio toccante, rivolto a tutta l’Italia. Lui non si definisce un ragazzo sfortunato, bensì un ragazzo che non si è mai arreso di fronte alle difficoltà della vita e della malattia, non ha mai smesso di inseguire i suoi sogni. Sprona a lottare e non mollare mai. Ringrazia il fratello Rosario, in quanto è diventato le sue mani, le sue braccia e gambe, paragonandolo ad un angelo.

Il sogno di Paolo era quello di diventare un grande chef, a 14 anni aveva iniziato a lavorare, in un ristorante. Ma dapprima le sue gambe non hanno retto, poi le sue mani e le sue braccia. E’ il più giovane affetto da SLA in Europa. Pensare a se stesso non gli bastava, lui voleva differenziarsi dagli altri e dare un aiuto a chi non riusciva a realizzare i propri sogni.

Una volta aveva chiesto ad un uomo malato di SLA, cosa gli mancasse, lui rispose sentire il gusto del cibo. Qui, pensa di creare un tampone, chiamato “Il gusto della vita” per far sentire e assaporare, il gusto del cibo. Dopo questa invenzione lo inseriscono nella lista dei 10 eroi Italiani. Paolo ha ancora un sogno da realizzare, proporsi tra le nuove proposte a Sanremo 2020. Inizialmente non passa le selezioni, ma dopo accade qualcosa che non si sarebbe aspettato. Amadeus lo ha invitato, bensì come ospite della serata.