Tre curiosità legate alle superstizioni

In ogni regione italiana ci sono delle superstizioni diverse. Il popolo italiano, del resto, è riconosciuto all’estero come molto superstizioso e un motivo ci sarà. Addirittura ogni famiglia porta dietro delle tradizioni e dei rimedi contro la sfortuna. Pochi, tuttavia, si chiedono da dove derivino queste credenze. In questo articolo ci concentreremo su tre curiosità legate alle superstizioni.

Le curiosità legate al numero tredici e al numero diciassette

Si tratta di una credenza presente non solo in Italia, ma in tutto il mondo occidentale. Il numero tredici è considerato un numero sfortunato per diversi motivi legati a delle ragioni storiche. In primis si diceva che l’ordine di arresto emanato da Filippo il Bello nei confronti dell’ordine dei Templari avvenne proprio il venerdì 13 ottobre 1307. Il numero tredici, inoltre, è anche il numero del totale di invitati presenti all’ultima cena di Cristo. Da questa considerazione nasce l’idea che porti sfortuna essere in tredici a tavola e che il primo che ad alzarsi possa morire. Infine, questa cifra è anche associata al tredicesimo arcano dei tarocchi cioè la Morte.

La superstizione nei confronti del numero diciassette risale ai tempi degli antichi romani. Questo numero, nel sistema di numerazione latino, è XVII. Anagrammandolo fuoriesce il verbo VIXI, che significa “ho vissuto”. Poiché questa dicitura era incisa sulle lapidi è divenuta ormai opinione comune il ritenere che porti sfortuna in quanto collegata al mondo dei morti.

Attenti al gatto nero

Un’altra diffusa superstizione è quella legata al gatto nero. Probabilmente la paura nei confronti dei gatti neri è dovuta al fatto che la notte i loro occhi sono luminescenti, è possono obiettivamente incutere timore. Inoltre, in epoca medioevale, i gatti neri spaventavano pure i cavalli e facevano deragliare le carrozze. In seguito a diversi incidenti i gatti neri sono stati per lungo tempo associati, dunque, al diavolo. Ecco perché si dice che incontrare un gatto nero che attraversa la strada porti sfortuna.

Rovesciare il sale

L’idea che rovesciare il sale porti sfortuna ha delle origini molto antiche e si ricollega al fatto che nell’antichità il sale era un ingrediente molto prezioso e  decisamente difficile da reperire. Per questo, molte parole che hanno la stessa radice etimologica, ad esempio salario, sono collegate al mondo economico. Perdere una quantità di sale equivale, insomma, ad una perdita monetaria.