Ibrahimovic arriva in ritardo sul palco dell’Ariston alla terza serata di Sanremo 2021

La presenza del calciatore svedese Zlatan Ibrahimovic è uno dei siparietti preferiti degli spettatori. Con il suo fascino, il suo carisma, la sua lingua pungente, Ibra tiene testa al conduttore Amadeus e fa divertire i telespettatori. Ieri ha fatto molto preoccupare pubblico e conduttore, poiché è arrivato in forte ritardo sul palco dell’Ariston alla terza serata del Festival di Sanremo 2021. Come mai? Cosa è successo? Scopriamolo insieme.

I motivi del ritardo di Ibrahimovic a Sanremo 2021

Arrivato in grandissimo ritardo a serata già iniziata da un pezzo, il calciatore del Milan ha tenuto tutti in ansia, poiché era partito da Milanello alle 15:30. In autostrada si è imbattuto in un grave incidente ed è rimasto bloccato oltre 3 ore nel traffico. Salito sul palco solo alle 23 di ieri sera, ha poi spiegato il retroscena, ovvero dopo una lunghissima attesa in auto a causa dell’incidente, ha deciso di scendere e ha chiesto ad un motociclista, milanista ovviamente, di portarlo di corsa in moto a Sanremo, al suo Festival, non al Festival di Amadeus, come ha lui stesso affermato. Il grande eroe della serata, questo motociclista, sarebbe dovuto andare a Livorno, ma per aiutare Ibra ha deviato il suo itinerario. Nessuna bugia, poiché il conduttore ha mandato in onda il video del motociclista.

Sul palco di Sanremo Ibra ha incontrato Mihajlovic, il quale ha raccontato la sua battaglia contro la leucemia e la sua forza d’animo per sconfiggere questa terribile malattia, ma anche l’impossibilità di marcare Ibra sul campo di calcio. Insieme ad Amadeus e Fiorello, Ibra e Mihajlovic hanno cantato allegramente “Io vagabondo” dei Nomadi.

Ibra alla seconda serata di Sanremo 2021

La seconda serata di Sanremo 2021, invece, Ibra non è potuto salire sul palco per ragioni di lavoro e si è collegato a distanza in diretta dalla panchina di San Siro durante la partita del Milan contro l’Udinese. Anche in quella circostanza ha ricordato ad Amadeus che il vero direttore del Festival era lui, il mitico e unico Zlatan, il dio del campo e del pallone.