Il miele ha una scadenza? Ecco quali sono gli effetti sull’organismo

Il miele è rapidamente “tornato in auge” nelle varie forme di applicazione alimentare, a causa soprattutto di una maggior disponibilità ed un interesse e cura maggiori in relazione alle condizioni degli animali disposti alla produzione di questa importante forma di nutrimento antichissimo. Oggi la maggior parte del miele prodotto deriva da una produzione più o meno certificata, ma che per essere distribuita deve presentare una scadenza, che è relativa anche a questo prodotto.

Ma il miele effettivamente “scade” dal punto di vista dell’appetibilità per la specie umana? Cosa succede se si consuma miele oltre la scadenza?

E’ un tema spesso trattato ma per molti ancora abbastanza “oscuro” in quanto questa tipologia di prodotto alimentare che è spesso consumato anche al di fuori del contesto “dolciario” pur essendo formalmente costituito da zuccheri naturali.

Il miele ha una scadenza? Ecco quali sono gli effetti sull’organismo

miele scadenza

Ogni barattolo di miele ha una data di scadenza, per ragioni tendenzialmente legate all’apparto alimentare italiano, che indifferentemente dal prodotto deve presentare una dicitura. Nel caso del miele però si tratta di una data “relativa”, quasi sempre fa riferimento ad un contesto pari a circa 2 anni dopo la produzione.

Ma è un termine come detto che non evidenzia per forza l’appetibilità del prodotto in quanto un barattolo di miele se tenuto “bene” ad esempio lontano da fonti di luce ed a temperature non superiori a 20 gradi centigradi può essere consumato anche in fasi successive. Inoltre è importante una volta consumato, richiudere la confezione a dovere e non riutilizzare una posata più di una volta così da evitare il rischio di proliferazione batterica.

Questo perchè il prodotto concepito dal lavoro dalle api, che sviluppano miele dalla melata o dal nettare dei fiori è  basilarmente un prodotto costituito da alcune basilari tipologie di zucchero, prettamente fruttosio e saccarosio.

Formalmente la data riportata evidenzia una forma “consigliata” di termine temporale, ma come evidenziato anche dai ritrovamenti particolari ad esempio nell’attuale Egitto: era considerato un alimento degno di un faraone, e molti resti di miele indurito ma ancora teoricamente commestibile risultano essere stati dei reperti che hanno evidenziato la scadenza quasi infinita del miele.

Al massimo un miele “andato a male” può perdere alcune proprietà organolettiche e presentare una consistenza diversa, ad esempio “dura”, ed un sapore magari meno dolce ed “importante”, ma anche in questo caso il prodotto può risultare utile ad esempio nella cosmesi come maschera idratante o per lo scrub oppure come prodotto legato alla depilazione.