Perchè i gatti piangono? La verità lascia senza parole

Cani e gatti rappresentano oggi gli animali domestici per eccellenza, da millenni compagni fedeli degli esseri umani, in primis per una questione pratica, visto che entrambe le tipologie di animali hanno “reso servizio” a lungo in ambiti pratici, oltre ad avere un “posto speciale” in numerose culture.

I gatti hanno suscitato fin dai tempi più antichi un enorme ascendente sugli esseri umani, e ciò è testimoniato dal “posto d’onore” riservato a questi felini che sono stati spesso associati alla fortuna quando non addirittura a vere e proprie divinità. La natura unica dei gatti, totalmente addomesticati da almeno 7000 anni ma sempre un po’ misteriosi e per questo affascinanti anche nel mondo moderno.

Capacità di linguaggio

La natura sempre un po’ “selvatica” dei gatti viene resa evidente da un complesso ed articolato che è tutt’ora soggetto di studi approfonditi perchè il medesimo gesto o verso di un gatto può assumere diversi significati a seconda del contesto e del momento. Anche il semplice miagolio e le fusa sono manifestazioni di un umore o di un’intenzione particolare che può “mettere in allerta” il padrone.

Perchè i gatti piangono? La verità lascia senza parole

A volte i nostri amici felini ci sorprendono per alcune reazioni accomunabili a quelle degli altri animali se non addirittura a quelle umane: tra queste spicca il “pianto”, ossia un profondo miagolio che può essere causato da diverse situazioni: un gatto adottato da poco, sopratutto se appena nato, può piangere con discreta frequenza per motivazioni dettate dal distacco materno.

Più frequente tra gli adulti la volontà di reclamare cibo, ma può essere causato anche da uno stato di nervosismo, magari dovuto al periodo di accoppiamento. I gatti possono piangere anche per manifestare qualche sorta di malessere fisico, e questa forma comunicativa risulta essere presente con maggior frequenza presso gli esemplari più anziani proprio per esprimere gli “acciacchi dell’età”.