La buccia del Kiwi si può mangiare? Ecco la risposta

Il kiwi è considerato il frutto “simbolo” della Nuova Zelanda, assieme all’animale con il quale condivide il nome. Fino a poche decadi fa era considerato un frutto esotico, ma a partire dagli anni 80 è stato introdotto anche nel nostro paese, che è diventato molto presto uno dei principali produttori al mondo.

Il kiwi infatti necessità di un ambiente fresco e asciutto, condizioni tipiche di una zona temperata come quella dell’Europa meridionale: in Italia viene coltivato e raccolto con successo sopratutto nella zona centrale del paese.

Storia e curiosità

Nonostante sia associato all’Oceania, il frutto del kiwi è originario della Cina meridionale, piuttosto diffuso fin dal medioevo dove veniva considerato un cibo di “lusso”, favorito dagli imperatori. E’ stato introdotto in Nuova Zelanda agli inizi del 20° secolo, diventando così simbolico da diventare anche il principale soprannome della popolazione autoctona.

Il kiwi ha una potente azione antissidante, rinforza il sistema immunitario, e favorisce un aumento della biodisponibilità del ferro. Inoltre ha un apporto calorico molto basso, aiutando il sistema circolatorio grazie all’apporto di potassio e vitamina K.

La buccia del Kiwi si può mangiare? Ecco la risposta

L’aspetto di questo frutto è inconfondibile: la polpa è verde. maggiormente chiara al centro e sono presenti numerosi semi neri commestibili, mentre la buccia ha un aspetto vellutato, quasi “peloso”. Come per la maggior parte dei frutti, la buccia viene rimossa oppure viene consumata la polpa del frutto con un cucchiaino, anche se in realtà è assolutamente commestibile, anzi la parte esterna contiene un apporto di vitamina C, vitamina E, fibre e pectina addirittura superiore a quella della polpa, anche se può essere fastidiosa da mangiare data la struttura “pelosa”, che contraddistingue il frutto.

Lavare accuratamente il frutto rende la buccia meno sgradevole, inoltre optare per la meno diffusa variante gialla del kiwi, che ha una buccia più liscia.