Filippo Turetta, terminato l’interrogatorio: cosa ha dichiarato e cosa rischia

E’ stato uno dei numerosi femminicidi in Italia del 2023, eppure quello che ha coinvolto la giovane Giulia Cecchettin ha senz’altro scosso l’opinione pubblica per modalità, tempistica ed anche tutta una serie di dettagli che sono rapidamente emersi e si sono sviluppati in maniera importante anche grazie alla stampa ed alle varie ricostruzioni, prima e dopo l’insano gesto. Filippo Turetta, che ha effettivamente sviluppato quella che ad oggi sembra una vera e propria premeditazione nell’assassinio dell’ex compagna. Dopo essere stato ricondotto in Italia, Filippo Turetta è stato sottoposto ad un rapido interrogatorio dal gip.

L’interrogatorio è portato avanti dal procuratore  Benedetta Vitolo, presente anche il PM Andrea Petroni e dell’avvocato Giovanni Caruso.

Su di lui pendono le condanne di base di omicidio volontario, alla quale potrebbero essere aggiunte altre.

Filippo Turetta, terminato l’interrogatorio: cosa ha dichiarato e cosa rischia

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Il legale del giovane, di fatto reo confesso dopo essere stato fermato in Germania, giorni fa, ha confermato l’intenzione di non portare avanti alcuna forma di istanza presso Tribunale del Riesame, nemmeno per ottenere gli arresti domiciliari, data la difficoltà da parte dei giudici nel concedere queste specifiche forme di agevolazioni, considerato il caso.

Quasi certamente, secondo i rilevamenti, Turetta non ha effettuato dichiarazioni, in quanto l’interrogatorio, iniziato alle ore 10, è terminato dopo circa mezz’ora, con la scelta coadiuvata da parte del proprio legale di fare ricorso alla facoltà di non rispondere. Secondo il proprio legale, Turetta si trova in buone condizioni psicologiche e psichiatriche, e nei prossimi giorni sarà spostato presso una sezione protetta del carcere così da non andare in diretto contatto con gli altri detenuti.

L’avvocato della vittima ha esortato i PM di prendere in considerazione lo stato di omicidio aggravato dallo stalking, e dal fatto che Turetta secondo vari esperti abbia confermato di essere parte di un profilo considerato “molestatore assillante”.

In questi giorni le forze dell’ordine esamineranno accuratamente l’automobile con la quale Turetta era di fatto “scappato” in Germania a pochi giorni di distanza del ritrovamento del corpo dell’ex compagna, una Grande Punto, così da comprendere il fondamento delle eventuali e potenziali accuse di premeditazione. Diverse fonti hanno anche paventato l’ipotesi da parte del giovane e del proprio legale di chiedere l’infermità mentale, attualmente secondo il proprio legale Turetta non rischierebbe l’ergastolo ma la detenzione dai 24 ai 30 anni di carcere, potenziale pena che potrebbe subire nel corso del tempo, prima del processo le eventuali considerazioni aggravanti di cui sopra.